Ercolano, dei rifiuti nel Parco Nazionale del Vesuvio e d’altre storie

Panorama dalla discarica di via Filaro (foto di G.Scarpato)

Dopo quasi quattro mesi dalla raccolta di parte dei rifiuti affioranti in via Castelluccio e via Filaro, permangono ancora alcuni sacconi e tanto materiale di scarto ammucchiato, mentre le stratificazioni storiche e le discariche rimangono ancora in attesa dei fondi promessi dal Ministro per le tanto agognate “bonifiche”.

Già in data 15 novembre 2018 avemmo modo di far notare, con un nostro articolo, la lentezza con cui si svolgevano i lavori di raccolta dei rifiuti speciali e pericolosi scaricati in maniera illegale lungo le vie Filaro e Castelluccio ad Ercolano. Ad oggi abbiamo trovato come unico cambiamento positivo la rimozione di una parte dei sacconi (i cosiddetti big bag) ma altri ancora sottostanno al vandalismo e alle intemperie, soprattutto quelli contenenti i rifiuti più pericolosi quali ad esempio le guaine d’asfalto. L’amianto purtroppo non manca e a separarlo dai malcapitati c’è (c’era) solo un nastrino bianco e rosso che ora sventola qua e là nelle campagne circostanti avvolto ad una rete di recinzione o tra i rami di un albero.

Posizione di via Filaro e via Castelluccio, in verde l’area PNV in grigio le aree fuori parco (foto fonte Google maps)

All’atto del primo e vero tentativo di normalizzazione di quei luoghi sperammo nel primo di tanti momenti di riqualificazione della zona delle Lave Novelle ma, allo stato attuale e col sovrapporsi di nuovi rifiuti che non sono tardati ad arrivare, perché in realtà lo scarico non si è mai fermato poiché le telecamere non funzionano e nessuno va a controllare se non vengono fatte segnalazioni, la situazione non sembra cambiata, come un cane che continua a mordersi la coda all’infinito. Capiamo che per bonificare quella zona occorre tempo e denaro ma se non si incomincia o, come in questo caso, si incomincia e ci si ferma senza più andare avanti, i tempi saranno veramente biblici ed ogni operazione vana. L’unica speranza sarà quella dei 12 milioni di euro promessi del Ministro Costa per i cosiddetti siti orfani ovvero quelle discariche per le quali non è stato possibile riconoscere ancora l’autore del crimine, e che vedrà come momento iniziale di quest’azione proprio Ercolano, zona che il generale dei carabinieri forestali dovrebbe conoscere bene nelle sue criticità estreme.

Ma, visto che questi soldi serviranno, non solo per le immani bonifiche ma anche e soprattutto per la caratterizzazione dei rifiuti, ci chiediamo dove siano andati a finire quei quasi 6 milioni di euro stanziati per accordo tra ministero dell’Ambiente e Regione Campania sul finire del 2014. Quei soldi, ricordiamo, servivano in buona parte agli studi dei valori di fondo e alla caratterizzazione dei rifiuti presenti sul cosiddetto Litorale Vesuviano un Sito di importanza Regionale che comprendeva appunto anche Ercolano e furono anche oggetto di una piccola inchiesta ad opera del sottoscritto e di un’ interrogazione parlamentare parlamentare al ministro dell’ambiente dell’epoca.

Purtroppo però, Ercolano sembra aver visto ben poco di quel denaro perché, non solo quello effettuato alle Lave Novelle e in altre zone del paese, sembra il primo intervento serio da sempre, ma dal 2014 ad oggi sui 45 luoghi individuati nel solo comune degli Scavi, pare che solo 5 abbiano avuto il piano di caratterizzazione eseguito, gli altri, o non sono stati presi ancora in considerazione, o hanno ancora i piani in attesa di esecuzione o approvazione. Indovinate quali siti non sono stati presi in considerazione o sono allo stadio preliminare? Proprio quelli delle Lave Novelle.

Il tempo è galantuomo e ci darà altre risposte, speriamo più esaustive e foriere di maggiore speranza per la nostra terra ma se i presupposti sono questi …