Giuseppe Tropeano e la colonia per scugnizzi archeologi

Ospitiamo un contributo di Paolo Sola, speleologo e profondo conoscitore della collina di Posillipo che ci racconta come una curiosità di bambino può crescere negli anni fino a far scoprire un personaggio che il caso ha voluto mettere sulla sua strada in più occasioni. Scopriamo insieme la figura straordinaria di un uomo che tanto ha dato a Napoli, alla medicina e all’assistenza all’infanzia.

Giuseppe Tropeano

Tabella tra via Posillipo 355 e via Parco Carelli (fonte web)

Sin da bambino mi chiedevo cosa significasse la parola Tropeano incisa su una lastra di marmo sita all’angolo di via Posillipo ed il rione Carelli, a due passi da casa mia. Crescendo questa curiosità stimolò anche la mia passione per la ricerca e approfondendo l’argomento scoprii questo personaggio fondamentale per la nascita della medicina sociale di quella pediatrica.

Il prof Tropeano in uno schizzo dal Libro Napoli D’Oro

Giuseppe Tropeano nacque a Badolato (CS) il 13 marzo del 1881. Studiò medicina all’Università di Napoli e fu puericultore, pedagogista, igienista, sociologo. Nel 1911, iniziò la pubblicazione di una nuova rivista scientifica: “La Medicina Sociale” che si inseriva in un più ampio dibattito sulla salute pubblica.

Prima pagina di un numero del 1925 della rivista fondata da Tropeano nel 1911

Nel 1915 divenne governatore del Regio Stabilimento della SS. Annunziata e nel 1917 negli spazi della villa Dini fondò l’ospedale dei bambini, l’attuale Pausilipon.

L’ingresso di Villa Dini che verrà trasformata in ospedale pediatrico (da L. Verolino)

La mia curiosità per le attività del professor Tropeano si sono via via moltiplicate quando ho scoperto di abitare a due passi dalla sua “Casa del Sole” innovativo studio medico con consultorio fondato nella propria casa, un edificio a vaga forma di castello nei pressi di Palazzo Donn’Anna a Posillipo.

Nel 1918 al termine della prima guerra mondiale al fine di curare i bambini profughi che abbisognavano di particolari cure, ma anche per togliere dalla strada gli scugnizzi sbandati, decise di fondare un asilo-collegio a Marechiaro.

A Marechiaro

La prima pietra fu posta Il 14 gennaio 1919 su un suolo brullo di 20 mila mq piantato a vigna e acquistato al costo di 100 mila lire, occorreva però ancora altro suolo che raggiungesse il mare per creare una Colonia Marina.

I primi ospiti dell’asilo (da L. Verolino)

Vennero organizzate due feste danzanti di beneficenza nel salone del vicino bagno Elena per raccogliere fondi. In quella occasione il professor Polak nel discorso di commiato dichiarò che la Commissione Internazionale aveva visto a Napoli due Vulcani: Il Vesuvio ed il professor Tropeano!

Il 29 maggio 1921, quindi prima dell’affermazione del regime fascista, riceve la visita del Re Vittorio Emanuele III che percorrerà in corteo tutta la discesa di Marechiaro.

Visita di Vittorio Emanuele III (da L. Verolino)

Le iscrizioni di nuovi piccoli ospiti iniziano ad aumentare mentre invece alcuni lasciti di beneficenza tardavano ad arrivare e Tropeano fu costretto ad ipotecare la propria casa per avere altre anticipazioni bancarie. Riuscì così ad acquisire il suolo che arriva al mare e lì avvenne il colpo di scena.

Gli scugnizzi archeologi

Durante lo sterro iniziarono a tornare alla luce dei resti archeologici e a seguito di una ispezione fatta da alcuni archeologi della soprintendenza accompagnati dal custode della grotta di Seiano si evince che ci si trovava in presenza di altri resti della villa che fu di Lucullo, di Vedio Pollione e poi dell’imperatore Augusto. La sontuosa Villa Marittima di Pausilypon estesa su tutta la zona che degrada verso il mare tra Marechiaro e la Gaiola ove spiccava un palazzo a due piani conosciuto come Palazzo degli Spiriti.

Michele Sorrentino il custode della Grotta di Seiano, dei resti di palazzo degli spiriti e della villa Vedio Pollione, in posa davanti all’ingresso della grotta in una cartolina d’epoca

Il Tropeano ha una intuizione: chiedere al Soprintendente alle Antichità, l’Archeologo Amedeo Maiuri l’espropriazione dei vicini terreni ricchi di resti romani per l’istituzione di una scuola di Archeologia per lo scoprimento, la catalogazione e la conservazione dei monumenti. I piccoli ospiti dell’asilo, sarebbero diventati dei futuri archeologi. Inizia così nei primi anni ‘20, un lungo carteggio con il Direttore del Museo Nazionale.

Palazzo degli spiriti conteso dal Tropeano e da Felice Beck che poi creerà Villa Beck, sottraendo spazio all’Asilo Tropeano

Il professor Tropeano come presidente di un Ente Morale quale l’asilo Marechiaro, chiede di avere in custodia i suddetti beni che nel frattempo erano stati inopportunamente ed abusivamente recintati dal signor Felice Beck suscitando l’ira anche dei marinai poiché questi si vedevano impediti nell’accompagnare turisti italiani e stranieri a visitare i resti archeologici. Il Beck dal canto suo sosteneva di averlo fatto per preservare i resti archeologie e anzi accusava i marinai di danneggiarli con la pesca fatta utilizzando l’esplosivo.

Finalmente nel 1926 viene completata la strada che unisce l’asilo al mare e una scala in muratura per superare l’ultimo dislivello, consentendo la realizzazione della Colonia Marina.

Colonia Marina dell’ospedale dei bambini (da L. Verolino)

Antesignano del distanziamento sociale

La mia passione per quest’uomo crebbe ancora nel 1985 quando iniziai a lavorare nel centro riabilitativo di Marechiaro, praticamente nei locali da lui fondati. Ogni stanza della struttura aveva ancora il suo bagno ed il suo lavandino. Scoprii che mi trovavo nell’Isolamento del collegio, ovvero l’antico l’ambulatorio dove venivano collocati singolarmente i piccoli ospiti che avevano contratto malattie contagiose. Un tema di sconcertante attualità che il professor Tropeano, al quale si deva anche la creazione del termine  “epidemiologia” riuscì a risolvere senza quei farmaci che furono poi commercializzati nel secondo dopoguerra.

Purtroppo dopo soli due anni il suo impegno a Marechiaro ebbe un brusco arresto a causa dei cattivi rapporti che il professor Tropeano aveva col regime fascista. infatti poco alla volta verrà rimosso da tutti i suoi incarichi pubblici e così anche la scuola di Archeologia restò solo un sogno.

Il professor Tropeano lasciò Marechiaro deluso e sconfortato ma con la soddisfazione di aver creato invece nel suo collegio una sezione per disabili, scuole per giardinieri, tessitori, cantanti e musicisti.

Banda musicale dell’asilo (da L. Verolino)

Riuscì anche a costruire un istituto scolastico in modo che gli ospiti non dovessero uscire dal collegio per studiare.

Gran parte di queste strutture esistono ancora oggi e continuano ad essere utilizzate con finalità sociali, educative e riabilitative.

Alle falde del Vesuvio

Dopo l’esperienza di Posillipo si ritirò alle falde del Vesuvio dove nel 1928 nell’antica Masseria Petrone, ai confini tra Cercola e Ponticelli, fonda il Parco Concezione, un Istituto di Medicina Pedagogica che verrà requisito dagli Alleati dall’ottobre del ‘43 per farne una base logistica militare. Il disagio della loro occupazione verrà riscattato nel marzo del 1944 quando il Parco Concezione venne totalmente ricoperto da ceneri pomici emesse dal Vesuvio nel corso della sua ultima eruzione. Gli alleati riuscirono, con la forza dei loro automezzi a liberare l’Istituto per restituirlo alla sua operatività.

Il Professore, per le sue opere caritatevoli e sociali, era molto benvoluto e stimato dalla gente vesuviana tant’è che decise di farsi costruire una cappella funeraria nel vicino cimitero di via Argine, in modo che I miei figli quando da casa di Posillipo si recano all’Istituto, dovranno per forza salutarmi”.

Tropeano morì il 2 maggio del 1952 lasciando un vuoto incolmabile nell’organico dell’Istituto che attualmente versa in uno stato di inqualificabile abbandono.

Paolo Sola

Le notizie biografiche e alcune foto sono tratte dal testo Giuseppe Tropeano, Roma, 2009, del professor Luigi Verolino, che ringrazio.