L’uomo forte

La paventata richiesta da più parti dell’intervento di un uomo forte mi fa paura, non solo perché chi era stato suggerito (e per fortuna non è stato scelto) aveva già dato prova manifesta della sua incapacità di gestire ciò per il quale era stato demandato ma soprattutto perché, in tempi di paura ed incertezza come questi, e mai lo furono così tanto dal dopoguerra ad oggi, è possibile che il popolo accetti che gli si diano pieni poteri, a lui o chi per lui, il tutto a scapito delle libertà dell’individuo; del resto, in contesti di minore emergenza abbiamo riscontrato quanto danno potesse fare la deroga delle leggi e quanta illegalità passasse tra le maglie allargate dalla contingenza. Questo accade perché esiste da parte di molti il timore atavico di perdere quelle certezze date per scontate quali la salute ma anche il proprio status economico e sociale. Nasce quindi la necessità di affidare le proprie sorti a qualcuno, per la propria incapacità di risolvere i nuovi problemi e talvolta quella di dargli addirittura una spiegazione razionale. Un qualcuno che paternamente, se non patrignamente, se ne prenda carico e ci assolva da ogni nostra responsabilità, qualcuno che si sporchi le mani per noi, qualcuno che ci faccia sentire in un mondo sicuro, qualcuno che allevii le vicissitudini e gli imprevisti di questa nostra vita grama. Dategli il nome che volete ma, tutto ciò, a me fa paura più del virus e, soprattutto, mi sembra un qualcosa di già visto.