Massa di Somma, Nostra Signora di Lourdes, un’importante realtà territoriale

L’entrata della Clinica N.S. di Lourdes (foto fonte www.clinicalourdes.eu)

L’intervista al Direttore Sanitario dell’importante casa di cura vesuviana, lo spaccato di una realtà positiva del nostro territorio in forte contrasto con un’offerta pubblica che stenta a decollare.

Sono passati quasi sessant’anni dalla sua apertura e la Clinica Lourdes con i suoi duecento dipendenti è una delle poche realtà locali che ha retto al passare del tempo e della crisi e costituisce oggi un punto di riferimento per utenza e professionisti locali. Ci è parso doveroso quindi conoscere più da vicino la struttura e chi l’amministra, il Dottor Riccardo Pascucci.

Il D.S. Dott. Riccardo Pascucci (foto di C. Teodonno)

Dottor Pascucci ci illustri per favore le potenzialità della Casa di cura Nostra Signora di Lourdes e come si inserisce nel contesto vesuviano.

La casa di cura è dotata di 150 posti letto ed è convenzionata col sistema sanitario regionale, siamo convenzionati con l’ASL Napoli 3 Sud e abbracciamo la fascia di territorio locale quindi Massa di Somma, San Sebastiano, Pollena, Cercola, Sant’Anastasia, Portici, San Giorgio ma anche diverse utenze che vengono dal centro di Napoli o anche da Torre del Greco.

Per quanto riguarda le cliniche convenzionate possiamo sostenere che il contesto è idilliaco se paragonato a quello della sanità pubblica, la differenza è purtroppo tangibile ma a questo punto come si può capire la reale qualità dell’offerta della sanità privata?

Be’ innanzitutto con la brevità delle liste d’attesa dove è possibile fare degli accertamenti, anche su indicazione chirurgica, ed essere operati anche a distanza di una settimana, quindici giorni al massimo, cosa che nel pubblico non esiste proprio o meglio, dove si ha una media dei tempi di attesa che, a seconda della tipologia, può variare dai tre, sei mesi ad un anno. Inoltre, la qualità la si riscontra anche per quel che riguarda le condizioni di igiene e pulizia dei reparti e degli adeguamenti strutturali messi in atto dai proprietari della casa di cura.

Quindi, il reale concorrente non è lo stato ma le altre cliniche presenti sul territorio?

Sì, un nostro alter ego potrebbe essere la clinica Mediterranea che sta a Napoli …

… e nel Vesuviano?

A San Giuseppe c’è la casa di cura Santa Lucia, ad Ottaviano la Trusso ma noi ci distinguiamo perché abbiamo il punto nascita con 1.400 accessi all’anno e quindi per questo possiamo ritenerci equivalenti con la clinica Mediterranea a Napoli. Abbiamo poi 20 posti letto in Ostetricia, 50 posti letto in chirurgia generale, abbiamo altre branche tra cui l’Oculistica, noi operiamo qui anche 2.000 cataratte all’anno in regime di RAC, Regime Ambulatoriale Coordinato e Complesso, abbiamo l’Urologia, dove siamo l’unica casa di cura con 15 posti letto convenzionati non afferenti al mega-gruppo della chirurgia e per questo siamo in grado di trattare problematiche complesse dell’Urologia, a parte quella del cancro alla prostata e le problematiche delle vescica, noi possiamo infatti affrontare anche interventi di una certa complessità, come la neo-vescica ortotopica, un intervento che si fa solo in regime ospedaliero ma anche lì bisogna saper selezionare l’ospedale.

Possiamo quindi definire la Lourdes un struttura all’avanguardia?

Sì abbiamo infatti anche l’Ortopedia, quella protesica, non la traumatologia ma, per le patologie degenerative delle articolazioni, noi possiamo intervenire chirurgicamente sia in artroscopia sia con interventi di sostituzione.

E quali sono i progetti futuri della Lourdes?

Diventare sempre più competitivi anche in virtù del fatto che si è da poco aperto l’Ospedale del mare, dobbiamo quindi essere sempre all’avanguardia e anche per questa ragione, quest’anno ci accingiamo a trattare le arteriopatie periferiche e ci siamo specializzati anche per il trattamento delle aritmie cardiache nel nostro ottimo centro di aritmologia dove facciamo impianti di pacemaker, defibrillatori e vogliamo associare a queste nostre competenze quella della disostruzione delle arterie, trattando anche le arteriopatie periferiche del diabete e le altre complicanze vascolari più diffuse.

Si pensa anche ad un ampliamento della struttura?

Se dipendesse da noi ci allargheremmo ma dobbiamo sottostare ad una normativa regionale abbastanza precisa …

Ma in relazione alla struttura o ai posti letto?

Il problema sta nel fatto che nell’allargamento delle competenze devi attraversare un iter burocratico ed amministrativo che coinvolge la Regione, la Direzione Sanitaria Distrettuale, la Direzione Generale dell’ASL NA3 Sud e molto spesso non è semplice poiché trovi dei muri di gomma …

Ci faccia capire meglio.

Noi vorremmo completarci ma abbiamo incontrato dei problemi nel diventare un centro prescrittore. Ciò vuol dire che noi siamo una casa di cura dove possiamo fare una diagnosi, possiamo operare il paziente, possiamo salvargli la vita nei casi più gravi ma non possiamo, come struttura ospedaliera, prescrivere direttamente un farmaco che potrebbe ridurre i tempi di attesa di una determinata terapia per un paziente che dovrà invece rivolgersi nuovamente all’ASL e ricominciare tutta la trafila prevista e con i tempi d’attesa di cui parlavamo prima e solo successivamente poter accedere alle cure farmacologiche. Questa è una delle maggiori problematiche che ho incontrato nei cinque anni che mi trovo qua. Ho più volte tentato di far autorizzare i miei colleghi specialisti quali medici prescrittori ma ho avuto delle difficoltà e talvolta ho notato l’indifferenza delle istituzioni. Del resto se noi dobbiamo intervenire su un bisogno di salute della popolazione penso che l’attenzione debba essere massima.