Vesuvio, il maltempo acuisce le criticità del post incendio

Pino morto caduto dopo l’azione del vento (foto di S. Somma)

Il forte vento di oggi non fa che mettere in risalto le criticità di un territorio fin troppo abbandonato a se stesso. Problematiche come il dissesto idrogeologico continuano a pendere sul capo dei Vesuviani. Il grido d’allarme delle associazioni.

Mentre si interpretano le allerte e le previsioni meteo, pensando più alle necessità dei singoli, che alla sicurezza dei molti, mentre si assiste al balletto di chi prima ascolta la prefettura e poi l’elettorato, la natura fa il suo corso e lo fa in maniera inesorabile come è d’uso fare, soprattutto quando si scontra con le inadempienze degli uomini.

Spesso, quando la furia degli elementi si scatena, si guarda al cielo ma, qui da noi nel Vesuviano, molto spesso bisogna guardare anche verso il Vesuvio poiché, a più di un anno di distanza dal terribile incendio del 2017, poco o nulla è stato fatto per arginare il forte rischio idrogeologico che grava sui comuni vesuviani.

Abbiamo l’impressione che si giochi d’azzardo col nostro territorio e che si dimentichi troppo presto quanto accaduto in passato o si ignori del tutto il rischio che incombe sulle città della fascia pedemontana, perché si ignora molto spesso quanto accade a monte, dove ettari di pineta morta, distrutta dal fuoco o dall’agire dei parassiti che attaccano le piante più deboli, rischiano di scendere a valle perché si è persa la consistenza di quella diga naturale costituita dagli apparati radicali di quelle piante. Il rischio è che, là dove il danno del fuoco è stato maggiore, prima o poi venga giù tutto con le conseguenze che tutti possono immaginare.

Chi si è fatto portatore di questo allarme è Silvano Somma, Dottore Forestale e Presidente dell’associazione Primaurora, molto attiva sul territorio di Torre del Greco ma anche capolista di una folta schiera di associazioni che si sono costituite in rete per la salvaguardia del territorio vesuviano e non solo. Quelle che seguono sono le sue accorate parole sullo stato dell’arte del Parco Nazionale del Vesuvio dopo i disastrosi incendi del 2016 e 2017.

“Le pinete del Vesuvio, colpite dal grave incendio del Luglio 2017, stanno crollando su se stesse. Durante il nostro monitoraggio costante abbiamo potuto notare numerosi schianti di grossi alberi ed assistere in diretta ad alcuni di questi. Come stiamo ribadendo da subito dopo l’incendio bisogna intervenire subito per rimuovere le centinaia di ettari di alberi morti. Il rischio per la popolazione è altissimo, sia perché questi alberi, crollando, possono colpire qualcuno, sia perché si stanno preparando le condizioni per un altro maxi incendio. Aspetteremo qualche morto o un nuovo inferno di fuoco sul Vesuvio prima di intervenire? Privati proprietari e sopratutto le istituzioni  facciano ognuno la propria parte se non si vuole di nuovo piangere per nuove tragedie. Prevenire è tutto, e va fatto ora, tempo da perdere non se ne ha più!”