Gara automobilistica di Ottaviano, il MATTM risponde positivamente all’interrogazione della Muroni

Gara di slalom di Ottaviano (Foto da iltornante.it)

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare risponde accogliendo l’interrogazione della deputata di LeU, allertando il Coordinamento Territoriale dei Carabinieri Forestali per accertamenti e riservandosi di adottare ulteriori iniziative.

Il Parco Nazionale è sotto assedio, e lo è ormai da anni, e chi lo attacca non è di certo chi lo vive quotidianamente, rispettandone le regole e proteggendolo, anche se talvolta con senso critico, ma da chi invece lo vorrebbe come una proprietà privata o come il proprio campo giochi. Su tutti, i motociclisti e gli amanti dei motori in genere, non appagati dallo spazio di cui godono già abbondantemente a valle.

Lo scorso settembre si è svolta ad Ottaviano, in area Parco Nazionale e in zona SIC (Sito di Interesse Comunitario in ambito Rete Natura 2000), una gara di slalom automobilistico e questo in barba ad ogni principio, sia esso legale, sia esso etico, per non parlare poi del buon senso, abbandonato a se stesso. In effetti, cosa alquanto grave, la decisione del sindaco di Ottaviano Luca Capasso, non ha solo permesso lo svolgimento della gara in area protetta ma ha fatto sì che si aprisse quel varco che da anni resisteva e che impediva, almeno sulla carta, l’accesso indisturbato a tutti coloro che volutamente confondevano e confondono ancora il pubblico con il privato o le loro necessità come vitali rispetto a quelle collettive.

Non che l’area parco sia stata integra fino ad allora, in questi suoi quasi venticinque anni di esistenza sono state infatti riaperte discariche e siti di stoccaggio perennemente provvisori, l’abusivismo edilizio è stato la regola, non si è mai stati capaci di arrestare il bracconaggio e l’uccellaggione ma soprattutto quod e moto, ma anche le auto, l’hanno fatta da padrone. Ma tutto ciò, malgrado una sottaciuta tolleranza, era stato, almeno a rigore di norma, vietato dalle autorità; ora invece, queste stesse autorità locali, nella veste di sindaco ed assessore, non solo permettono l’organizzazione della gara, ma si ripromettono di riorganizzarla per il futuro, in barba all’opposizione dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e di buona parte della società civile rappresentata da Legambiente, Green Italia e CAI.

La tesi dell’amministrazione di Ottaviano non è solo quella della correttezza del loro agire, anche in assenza del nullaosta del Parco, ma è anche esplicita la loro ferma convinzione del fatto che, fare una gara di slalom automobilistico, là dove passano comunque le auto dei turisti o di chi si reca presso i locali della cosiddetta Valle delle Delizie, non fosse peraltro un problema così grave. Ecco, è qui che si stringe il nodo e si fa più complicato scioglierlo, è qui che l’incoerenza del Parco, della Città Metropolitana e dello stesso comune vengono fuori in maniera contrastante. In effetti l’asse viario di via Ottaviano Cesare Augusto, nel suo prolungamento nella Strada Provinciale Ottaviano-Monte Somma, denominata anche Valle Delle Delizie, là dove s’è svolta la gara, è assai frequentato dalle autovetture e la sera è territorio delle coppiette ma ciò non vuol dire che vi si possa fare altro e di peggio come l’organizzazione di gare automobilistiche con auto sovralimentate, rumori assordanti e incidente annesso e questo sia considerato lecito e normale. È chiaro che, qui da noi, si viene spesso tacciati di lamentarci sempre di ciò che soverchia e che la tutela ambientale sia cosa abbastanza effimera e spesso confusa con altro però, davanti a tanta mistificazione, esiste chi non si è arreso al luogo comune e al capriccio di qualcuno e ha rivolto il suo appello a Roma. E Roma finalmente ha risposto.

Legambiente, Green Italia e localmente la Commissione per la Tutela dell’Abiente Montano del Club Alpino Italiano, hanno mosso le loro obiezioni, con un’esplicita protesta mediante un esposto, nel caso di Legambiente e una segnalazione a mezzo stampa e attraverso un’interrogazione portata avanti dalla deputata di LeU Rossella Muroni, da parte di Green Italia, interrogazione che ha ottenuto proprio in questi giorni, previa sollecitazione in senso opposto da parte del deputato Paolo Russo, una risposta dallo stesso ministero.

In sostanza il Ministero ha così risposto: Il mancato espletamento della Valutazione di Incidenza non è conforme né alla direttiva per la conservazione degli habitat (DPR 357/1997), né ai requisiti di gestione dei siti Natura 2000. Sempre il ministero ribadisce che è necessario rispettare anche quanto previsto dalla legge quadro sulle Aree Protette 394/1991 e che questa vicenda potrebbe esporre il Paese a rilievi da parte della Commissione europea.

Una risposta tanto semplice quanto scontata ma non di certo a latitudini come le nostre dove spesso le necessità di alcuni diventano sacrosanti diritti a scapito del bene collettivo.

L’auspicio di chi scrive sarebbe quello che le istituzioni coinvolte nell’area protetta si rendessero finalmente conto del fatto che l’incoerenza di talune situazioni come ad esempio il traffico sulla Provinciale/Comunale o i bus 4×4 sulla Matrone prima che fosse chiusa, aprono spiragli per chi in buona o in malafede vorrebbe andare oltre i dettami del vivere democratico e del rispetto delle norme vigenti ma soprattutto contro una natura vitale per tutti.

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