La Valle dell’Inferno

Il sentiero n°1 riportato su Google earth (rilievo ed elaborazione di C.Teodonno)

Il sentiero n°1 del Parco Nazionale del Vesuvio, quello che attraversa la Valle dell’Inferno, uno dei pochi luoghi ancora accessibili in area parco dopo il disastro del 2017. Un modo per poter apprezzare la natura vesuviana senza grandi dislivelli.

Riproponiamo, in maniera aggiornata, la guida ai sentieri del Vesuvio, un utile strumento per conoscere e apprezzare, in sicurezza e con consapevolezza, il nostro Vulcano. Un itinerario proposto da chi realmente lo frequenta con informazioni aggiornate alla data di pubblicazione.

                                                                                             Il Direttore

Niente paura! Non ci sarà niente di infernale in questo percorso, e infatti, questo, come anche altri sentieri vesuviani, può essere gestito in base alle vostre necessità podistiche e ridotto qualora se ne presentasse la necessità. Il dislivello poi non è elevato, solo 500 m. Il sentiero numero uno dell’Ente Parco attraversa, in buona parte, la Valle dell’Inferno, che, nonostante il poco invitante nome, risulterà, soprattutto in primavera, essere tutt’altro che infernale e di piacevole percorrenza. Le raccomandazioni, in questo caso, come lo sarà per gli altri percorsi, sono in linea di massima sempre le stesse per chi volesse avvicinarsi all’escursionismo: calzature adatte alla montagna, bastoncini per l’equilibrio e la fatica, tanta acqua e una buona dose di prudenza, che non è mai troppa. Non bisogna essere dei Rambo per divertirsi in natura e l’entusiasmo di entrare in contatto col nostro Vulcano basterà a sopperire alla stanchezza o all’inesperienza. Nell’immagine in basso il tracciato registrato su una mappa IGM (1:25.000).

Il tracciato del n°1 su IGM 1.25.000

Dati tecnici: Percorso ad anello. Partenza dalla “Valle delle Delizie” ad Ottaviano (500 m.slm.), arrivo nello stesso luogo. Distanza: 14 km; Dislivello: +498; Difficoltà: E.

L’accesso ufficiale al sentiero è quello da Ottaviano ma non mancano comunicazioni con il resto della sentieristica vesuviana. Raggiunta la cittadina, sede dell’Ente Parco, attraverso la statale 268, si arriva facilmente, seguendo la strada principale (via Ottaviano Cesare Augusto/SP Ottaviano-Monte Somma) e le indicazioni “Valle delle Delizie”, all’ingresso del sentiero a quota 500 m.slm. presso un piccolo bar (ormai chiuso e vandalizzato) si potranno parcheggiare le autovetture, più su, superato un ristorante troverete una sbarra di metallo sempre chiusa ma facilmente superabile e dopo dieci fastidiosi tornanti di strada cementata, vestigia dei nefasti interessi sulla zona, si arriva finalmente al sentiero vero e proprio. Man mano che si sale si attraverserà un bosco di lecci e castagni, ma non mancheranno gli ontani e le onnipresenti robinie (Robinia Pseudoacacia). La passeggiata, assai piacevole, ci condurrà, dopo circa 1.800 m. a Largo Prisco (quota 724 m) dedicato alla memoria del maresciallo della guardia di finanza Angelo Prisco, ucciso dai bracconieri nel 1995 in quei luoghi. Da qui si diramano tre vie ma quella da seguire è quella più a sinistra e indicata dal segnavia giallo (n.b. talvolta i colori dei segnavia saranno più di uno per la concomitanza di più sentieri). Infatti lo stradello centrale conduce a una curva di livello più alta, per poi sdoppiarsi in due sentieri, uno riporta in discesa al n°1, l’altro sale per incrociare a metà strada i Cognoli di Ottaviano e quelli di Levante. Il terzo stradello, quello più a destra con riferimento alla salita dal punto di partenza, è il percorso del n°2 che si stacca dal n°1 e prosegue per conto proprio nel ricco castagneto del Somma.

Dopo circa 2 km si arriva allo Slargo della Legalità, già conosciuto col toponimo del cosiddetto rifugio La Marca, luogo incantevole e panoramico riaffidato alla natura dopo l’abbattimento di suddetto “rifugio” abusivo.

Una prima possibilità di prosecuzione è quella che segue il sentiero che va ad ovest e dopo quindici/venti minuti di tranquilla salita, intervallata da quel che resta di tre rampe di scale in legno, si imbocca, a quota 848, e dopo 5 km di cammino complessivo, la famosa Strada Matrone, fatta costruire dalla lungimirante famiglia di imprenditori vitivinicoli agli inizi del “900, splendido punto panoramico sulla Valle e sui Cognoli di Ottaviano. Si sale a destra fino al bivio (quota 998 m.s.l.m., punto più alto del percorso) che conduce al Gran Cono, ma pazienza! Non è lì che dobbiamo andare, sarà per un’altra volta, c’è la Valle dell’inferno che c’aspetta. Infatti, svoltando a destra come da indicazione e seguendo il cammino che conduce al Rifugio Imbò, in leggera discesa, raggiungeremo, sempre sulla destra, una deviazione (dopo circa 7.5 km di percorso totale). Una scalinatella malconcia ci condurrà nel pieno della Valle, tra pini marittimi, domestici e le arboree ginestre dell’Etna o quanto meno tra ciò che ne resta dopo il disastroso incendio del 2017. Questa era per me la parte più bella, passeggiare tra le alte ginestre, tra boscaglia e improvvise radure, fa tornare bambini e rispolvera la voglia di scoprire che era in noi. Dopo circa nove chilometri dalla partenza giungiamo in un emiciclo naturale proprio sotto i Cognoli (etimo incerto che potrebbe riferirsi ai “comignoli” o alle “cuspidi” della caldera del Somma, il perimetro del più antico e grande vulcano dentro il quale è nato il Vesuvio propriamente detto), da notare, sulla vostra sinistra, il particolare arco naturale (da qualcuno denominato l’Occhio del diavolo) formatosi con gli scherzi che il vulcano e gli agenti atmosferici hanno saputo fare nella loro lunga storia congiunta, cosi come più avanti, lo stesso Vesuvio ha fatto con le sue lave “a corda” e il crepaccio, sorta di grotta per gli amanti del brivido (Attenzione! Munitevi di casco e affrontatene con cautela la perlustrazione, la sua lunghezza complessiva è di circa 80 m. ma ne sono percorribili solo una ventina, ed è sovrastata da una volta assai instabile).

Da qui si prende il bel sentiero che scende sulla destra e che, tra la boscaglia di ginestra etnea che è rinata dopo il disastro, raggiunge nuovamente lo Slargo della Legalità e da dove a ritroso prenderemo il sentiero dell’andata.

La Valle dell’Inferno dopo l’incendio del 2017

NB: dopo l’incendio del 2017, il tratto in comune di questo sentiero con la Matrone è interdetto e pertanto consigliamo, una volta giunti allo Slargo della Legalità, di non svoltare a ovest in direzione del n°6 (Strada Matrone) ma di prendere, in senso opposto a quello sopra indicato, il sentiero che va verso nord e che segue lo stesso itinerario che dall’Occhio del Diavolo passando per le lave a corda porta allo Slargo delle Legalità.