NO GORI (Parte 1) – La guerra tra i sindaci e lo stallo del Distretto idrico Sarnese Vesuviano

La gestione dell’acqua sta diventando una croce sulle spalle dei sindaci campani che sempre più spesso sono la prima “barriera” istituzionale contro cui si scaglia la protesta dei cittadini vittime di disservizi idrici. Sotto il Vesuvio divampa la polemica per i continui disservizi dovuti alla gestione di GORI, società gestore del servizio idrico integrato. Contro GORI battaglia una Rete di sindaci e comitati civici (Rete Civica No Gori) che ha come obbiettivo proprio quello di liquidare GORI. Sindaci contro e su barricate diverse che si danno appuntamento alla sfida elettorale del prossimo 23 gennaio quando saranno chiamati ad eleggere nuovi membri del Consiglio di Distretto Sarnese Vesuviano.

CHI GESTISCE L’ACQUA IN CAMPANIA?
Le risorse idriche campane sono gestite dall’EIC (Ente Idrico Campano) istituito con la Legge Regionale 15 del 2015 e il cui statuto è stato approvato a dicembre 2018. L’EIC ha tre principali competenze: 1) la gestione delle risorse idriche; 2) l’organizzazione, l’affidamento e il controllo della gestione del servizio idrico integrato; 3) la programmazione e tutela di acquedotti, fognature, impianti di depurazione e altre infrastrutture idriche di pubblica utilità. L’Ente è diviso in 5 Ambiti territoriali distrettuali (Distretto) che è governato da un Consiglio di Distretto costituito da 30 sindaci.

E NEL VESUVIANO?
Il territorio vesuviano ricade nel Distretto Sarnese Vesuviano che comprende 76 comuni per una popolazione di oltre 1milione e 400mila cittadini. La gestione del Servizio Idrico Integrato del distretto Sarnese Vesuviano è affidata a GORI, società per azioni di cui il 51% è detenuto dall’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano (Consorzio obbligatorio dei 76 comuni dell’Ambito Distrettuale Sarnese-Vesuviano – già A.T.O. 3 “Sarnese-Vesuviano” della Regione Campania); il 37,05% dalla società Sarnese Vesuviano Srl (il cui 99,3% è detenuto da ACEA S.p.A.); l’11,93% da ASM (Azienda Speciale Multiservizi Pomigliano d’Arco) e lo 0,02% da ASAM (Azienda Speciale Castellammare di Stabia).

LA GUERRA TRA I SINDACI
La liquidazione della GORI passa per l’elezione dei nuovi membri del Distretto Sarnese Vesuviano. In quella sede ci sarà la battaglia tra due “fazioni” di sindaci: quelli che si sono ritrovati nella lista “Comuni per l’acqua pubblica” che si muove in sintonia con la Rete Civica No Gori (riunita lo scorso 13 dicembre a Casalnuovo per L’Agorà dell’Acqua) contrapposti ai sindaci eletti e sostenitori della lista “Tutela per tutti”.

Da settimane lo scontro interno al Distretto è accesissimo dopo che le elezioni suppletive per sostituire i sindaci decaduti e dimissionari erano state annullate e si era paventata la possibilità di un commissariamento del Distretto Sarnese Vesuviano.

Lo scorso 10 dicembre una rappresentanza della “Rete dei Comuni per l’acqua pubblica” ha occupato simbolicamente gli uffici della direzione generale dell’Ente Idrico Campano in segno di protesta contro quello che definiscono “l’incredibile colpo di mano messo in atto per annullare l’elezione del nuovo coordinatore del distretto Sarnese Vesuviano e commissariare di fatto l’organismo”. “L’elezione del coordinatore – si legge in una nota diffusa dalla Rete – era attesa da oltre sette mesi ed è stata surrettiziamente annullata dalle note inviate dal consigliere anziano Aristide Rendina (sindaco di Striano) e dal presidente dell’Ente Idrico Campano Luca Mascolo (sindaco di Agerola), che annunciavano le dimissioni rassegnate con un colpo di teatro da due membri del distretto: Giorgio Zinno, sindaco di San Giorgio a Cremano, e Giuliana Di Fiore, assessore al Comune di Ercolano, città in cui Gori ha da anni il suo quartier generale.
Dimissioni a sorpresa che, solo per effetto della modifica statutaria pensata appositamente e frettolosamente approvata in modo illegittimo il 4 dicembre scorso, hanno portato il numero dei membri effettivi sotto la soglia dei 21 componenti e provocando, di conseguenza, la sospensione a tempo indeterminato di ogni attività del distretto. Un pretesto per commissariare l’ente e impedire l’elezione di Manlio Torquato, sindaco di Nocera Inferiore, a nuovo coordinatore, indicato unitariamente dai rappresentanti della ‘Rete dei Comuni per l’acqua pubblica’ e la conseguente messa all’ordine del giorno della liquidazione della gestione privata Gori, i cui bilanci hanno accumulato oltre 300 milioni di perdite, nonché la successiva ripubblicizzazione del servizio idrico integrato attraverso la costituzione di un’azienda speciale di diritto pubblico a servizio di 1 milione e mezzo di cittadini che vivono nei 76 Comuni del territorio”.

La battaglia tra i sindaci per il momento è solo rimandata, salvo nuovi colpi di scena, al 23 gennaio.