Zero ai Comuni Vesuviani. Ecco i mancati trasferimenti statali ai comuni sotto il Vesuvio

Chi ha di meno avrà di meno, chi ha una spesa storica bassa per asili nido, sociale e istruzione avrà pochissimo o quasi nulla. Questa la “morale” che si può trarre da “Zero al Sud“, libro del giornalista economico Marco Esposito, in tour da mesi in tutto il Sud Italia a spiegare gli effetti distorti e dannosi del cosiddetto Regionalismo differenziato.

in foto il giornalista economico Marco Esposito

Al netto delle polemiche politiche – asprissime nelle scorse settimane e che sembrano essersi affievolite di recente – si gioca una partita tutta interna al governo con la Lega che non vuole che la riforma del Federalismo fiscale si fermi e il Movimento Cinque Stelle – per bocca di alcuni dei sui parlamentari meridionali – promette le barricate.

La tesi di Esposito è la seguente: il calcolo per i fabbisogni di spesa dei comuni del Mezzogiorno d’Italia è sballato in quanto voci di spesa che in passato erano pari a zero (ad esempio la spesa per gli asili nido) condizionano al ribasso il calcolo del fabbisogno attuale.

L’economista Gianfranco Viesti

Lo Stato – spiega l’economista Gianfranco Viesti nella sua prefazione al libro di Esposito – ha misurato, Comune per Comune, fabbisogni, costi e servizi con l’obiettivo di attribuire a ciascun territorio le risorse corrette. I conteggi hanno dato un risultato inatteso: si pensava di far emergere la cattiva spesa del Sud e ci si è trovati davanti al dettaglio del profondo divario tra le Due Italie. L’uguaglianza ha un costo miliardario e così si è imboccata la scorciatoia di piegare le regole in modo da attribuire al Sud meno diritti e meno soldi. Lo Stato invece di costruire gli asili nido o i binari dove mancano ha stabilito che, nei territori di tipo “B”, il fabbisogno è zero. Ha dimezzato la perequazione dove la Costituzione garantiva che fosse integrale“.

Anche nel vesuviano qualcosa si muove. Dapprima a Cercola (a firma del consigliere pentastellato Giovanni Rinaldi) e in queste ore a Massa di Somma (a firma di scrive questo articolo) sono state presentate mozioni per richiedere il calcolo delle risorse non riconosciute e che impegnano i sindaci vesuviani “a intraprendere tutte le azioni politiche e legali per recuperare le risorse per il 2018, con riserva di valutare il riconteggio per le annualità precedenti (2015, 2016 e 2017)“.

Seguendo i parametri di calcolo proposti dal giornalista Marco Esposito abbiamo calcolato l’ammanco delle risorse per diversi comuni dell’area vesuviana. Appaiono evidenti gravi anomalie rispetto al quadro costituzionale sia nel calcolo del corretto fabbisogno standard in particolare per i Servizi Sociali, Istruzione e Asili nido, sia in merito al meccanismo perequativo a causa di un target perequativo al 50% laddove la Costituzione prevede il finanziamento integrale, con uno squilibrio ai danni dei cittadini.

Come si evince dalla tabella l’ammanco complessivo per i comuni osservati supera i 17,5milioni di euro solo per il 2018. Tuttavia, se in termini assoluti sono i comuni più grandi (Portici ed Ercolano) a vantare l’ammanco maggiore balza all’occhio che ci sono comuni come Massa di Somma, Cercola, Volla, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Ottaviano in cui si registra la più alta percentuale dei mancati trasferimenti rispetto fabbisogni. Il calcolo dei mancati trasferimenti per il 2018 per abitante infatti ci dice che ad ogni massese sono stati trasferiti 80,68€ in meno procapite per il 2018. Seguono i cittadini di Cercola (-73€) e Volla (-70€). Ammanco di circa 60€ procapite invece per i cittadini di San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Ottaviano.

Salvatore Esposito