Aree protette campane: Terra dice la sua

Aree protette regionali il PNCVDA (foto fonte web)

Un “incompetente” non può assolvere ad un così importante incarico. Questa è la ferma opinione di Terra, espressa nel suo ultimo documento, in riferimento alle nomine dei presidenti dei parchi nazionali e regionali campani.

L’associazione politica “Terra”, dopo aver espresso fermamente le sue obiezioni nei confronti del presidente del Parco Nazionale del Vesuvio con una dura lettera al ministro Costa, prosegue la sua campagna in favore delle aree protette campane affinché abbiano quella giusta dignità e quella giusta tutela che meritano. Questa volta il documento, diffuso anch’esso sui social, tocca le tematiche più generali ed inerenti alla scelta dei presidenti delle aree protette, sia quelle regionali che quelle nazionali. Una scelta statutariamente politica ma ottusamente legata alle logiche di partito e di spartizione delle cariche tra chi è rimasto al di fuori dalle tornate elettorali o che ha bisogno di riempire un curriculum forse troppo scarno per accedere allo scenario politico principale.

Tutto questo, secondo Terra, pregiudica fortemente la protezione degli ecosistemi poiché chi presiede i parchi spesso non ha le giuste competenze in campo di tutela ambientale e pertanto non è capace di dare quel giusto indirizzo che conviene ad un’area protetta.

A seguire il testo del documento.

Sono alcuni decenni ormai che le nomine alla presidenza dei Parchi naturali sono divenute l’occasione per i partiti per spartirsi poltrone e prebende.

E la Campania non fa eccezione, anzi.

In alcuni casi, vedi il PN del Vesuvio, viene addirittura menzionata in Italia come esempio della malapolitica nel campo delle Aree Naturali Protette.

Nel caso del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il cui presidente è stato eletto nel Consiglio Regionale della Campania, la musica non sembra cambiare, circolano già voci su partiti di maggioranza che rivendicano la “poltrona” della Presidenza del Parco.

Vogliamo cogliere l’occasione per ribadire con forza, ancora una volta, l’importanza di orientare la scelta del Presidente verso una figura che abbia competenze comprovate nel campo della conservazione della natura e della gestione di un territorio con elevatissime valenze naturali.

Una persona che abbia le competenze per consentirgli di recuperare lo stato di abbandono in cui versano i parchi, la fiducia dei cittadini che lo abitano e che, con una attenta politica di salvaguardia della biodiversità, gli diano prestigio e li rilancino in uno scenario internazionale.

Se ciò fosse vero, e tutte le nomine che in questi anni si sono realizzate nel settore lo fanno pensare, siamo di fronte ad un atto di autentica cialtroneria istituzionale.

Chiedere una “poltrona” per nominare un incompetente solo al fine di soddisfare le ambizioni politiche di qualcuno che ha fallito la tornata elettorale, o desidera visibilità per una possibile carriera politica, significa non avere un minimo di interesse verso la conservazione della natura e della sua biodiversità, verso il territorio e i suoi abitanti che da un Parco gestito bene e seriamente possono trarre vantaggi.

Così come i campani e gli italiani, se non gli europei tutti, che hanno diritto ad una natura ben conservata e a territori salvaguardati, a luoghi in cui potersi recare per trascorrere giornate a contatto con una natura incontaminata.

Attività questa, non dimentichiamolo mai, che porta reddito per le popolazioni locali.

Un Parco mal gestito allontana e non richiama i visitatori.

E non vale la scusante che “il Presidente non debba essere necessariamente competente perché tanto c’è il Direttore”.

E’ una stupidata grande quanto l’ignoranza di chi l’afferma. Il Presidente del Parco, insieme ai membri del Consiglio Direttivo, oltre a visionare l’operato del Direttore, deve indicare le linee programmatiche per la conservazione del territorio, deve definire gli investimenti in funzione delle necessità della tutela, deve rappresentare l’Ente all’esterno e deve quindi dimostrare di “sapere di cosa si sta parlando”, deve saper dare risposte serie e motivate ai cittadini e deve conoscere il territorio.

Tutto questo un Presidente incompetente non lo può fare.

Ma non basta.

A molti di coloro che hanno la responsabilità politica di effettuare le nomine sfugge che un Parco naturale fornisce all’intera collettività regionale e nazionale una serie di servizi ecosistemici indispensabili per la sopravvivenza della collettività stessa.

Con le loro foreste assorbono enormi quantità di CO2 dall’atmosfera contribuendo a contrastare il cambiamento climatico.

Queste, pertanto, andrebbero salvaguardate e non tagliate indiscriminatamente come sta avvenendo in questi giorni in molti parchi campani, dal Taburno – Camposauro ai Monti Picentini, nell’indifferenza degli amministratori

I Parchi tutelano anche la gran parte delle sorgenti e delle falde di acqua potabile, la biodiversità, patrimonio indisponibile di tutti noi e la cui salvaguardia si rende necessaria anche per quello che ci ha insegnato l’esperienza della pandemia.

Preservano il territorio dal consumo di suolo, uno dei fenomeni più devastanti per l’ambiente, e dal dissesto idrogeologico.

Il presidente di un’area protetta è quindi il garante di un equilibrio che non debba pendere come spesso accade dal lato del profitto, troppo spesso mascherato da sviluppo economico locale.

Ebbene Voi affidereste la responsabilità di tutto ciò ad una persona che non ha competenze in campo naturalistico e ambientale?

Ci rendiamo conto che è come affidare un reparto di pediatria alle cure di un idraulico?

TERRA dice basta a questo ignobile mercimonio sulla pelle delle popolazioni locali e dei campani tutti.

TERRA chiede che la competenza, la serietà, l’amore per il territorio, la propensione al dialogo siano le prerogative che debbano indirizzare la Giunta nelle nomine dei Presidente dei Parchi regionali e nell’affiancare il Ministero per le nomine nei Parchi nazionali.

La questione delle presidenze dei Parchi però non è l’unica cosa che non va nel sistema dei Parchi nazionali e regionali della Campania.

L’intero sistema è stato trattato finora con estrema superficialità da chi amministra questa Regione, perché i primi ad essere del tutto incompetenti in materia sono proprio loro.

Vengono da una cultura ormai vecchia, quella del consumo delle risorse naturali, dello sviluppo che passa attraverso la costruzione di strade, porti, centri commerciali senza porsi mai il problema delle ricadute ambientali.

Per loro è inconcepibile tutelare la natura come una priorità, perché non hanno le minime basi culturali per capire che, al contrario, è proprio da lì che si deve ripartire per consentire a tutti noi la speranza per il futuro e per le nuove generazioni.

Per loro è inconcepibile che i piccoli paesi dell’interno si possano salvare con il turismo naturalistico salvaguardando il paesaggio e la biodiversità. 

Chi di loro sa quali siano i servizi ecosistemici di un Parco?

Forse nessuno, altrimenti li vedremmo in prima linea a combattere le minacce che incombono sulle nostre Aree Naturali Protette:

dai tagli boschivi all’ l’eolico selvaggio, dall’inquinamento delle acque al consumo di suolo senza sosta, al bracconaggio.

TERRA intende denunciare che in questo momento in Campania la natura non viene protetta, anzi viene distrutta ad una velocità impressionante nella indifferenza della Giunta regionale, preoccupata solo a trovare il modo per accontentare il politicante di turno per la presidenza.

TERRA ribadisce l’importanza e il ruolo che hanno le Aree Naturali Protette per tutti noi.

Per l’acqua che beviamo, per l’aria che respiriamo, per l’agricoltura sana che vi viene praticata, per il diritto al paesaggio e alla biodiversità, per garantire un futuro vivibile ai nostri figli e ai nostri nipoti, per frenare e invertire la tendenza allo spopolamento delle aree interne.

Aree interne che hanno proprio nella natura e nel paesaggio la loro grande ricchezza e la loro prospettiva di benessere e che, invece, giorno dopo giorno, la Regione Campania sta cancellando condannando le popolazioni a nuove ondate migratorie.